A Paul Scheuermeier, che era nato nel 1888 a Zurigo e che dal 1919 al 1928 aveva fotografato l’Italia contadina, è dedicata la mostra inaugurata a Rieti il 17 febbraio 2017, presso l’Archivio di Stato. La mostra delle fotografie dei contadini della Sabina, è stata fortemente voluta dal Direttore dell’Archivio, Roberto Lorenzetti, con la felice collaborazione dell’Istituto Luce.
L’obiettivo del viaggio del glottologo Paul Scheuermeier era in realtà un’analisi dei linguaggi esistenti nel mondo contadino dell’Italia e della Svizzera meridionale di un secolo fa. Ma il risultato, forse più rilevante, che viene fuori dalle migliaia di foto effettuate è un’indagine etnografica di straordinaria importanza dell’Italia contadina del primo dopoguerra. In un momento economico e sociale assai difficile per il nostro paese e per tutta l’Europa, nel mezzo di una grande crisi politica, che sfociò nel nazifascismo e nella seconda guerra mondiale.
Una curiosità storica: alcune delle foto in mostra si riferiscono a tre località, Rieti Amatrice e Leonessa. Nel 1923 Rieti era passata dall’Umbria al Lazio; Amatrice e Leonessa, invece, facevano ancora parte dell’Abruzzo e solo nel 1927 si trovarono a far parte della provincia, ormai laziale, di Rieti. In ogni caso la Sabina era un territorio molto povero e prevalentemente agricolo. Poche le industrie presenti sul territorio, come lo zuccherificio e la Snia Viscosa, oltre a qualche mobilificio (Nicoletti), qualche lanificio (Luna e Marinozzi) e qualche grande vetreria, come quella di Poggio Mirteto.
A inaugurare la mostra, accanto a Roberto Lorenzetti, sono intervenuti Patrizia Cacciani dell’Istituto Luce, il prof. Renato Covino, docente di Storia economica dell’Università di Perugia, un centinaio di spettatori molto curiosi e attenti e un gruppo di studenti del liceo artistico Ripetta di Roma, che da un po’ di tempo rendono più solidi gli studi intrapresi con un’attività di restauro di documenti presso l’Archivio di Stato di Rieti.
Tra le tante foto della mostra, che ritraggono i nostri bisnonni che lavorano i campi e le nostre bisnonne che “ammassano” la pasta, una in particolare ha emozionato tutti i presenti: quella del corso di Amatrice di un secolo fa.